È proprio durante questo viaggio che ho capito che non stavo viaggiando. Prima di una partenza si chiede il permesso a lavoro, si cerca di pianificare tutto il possibile per sfruttare al meglio ogni singolo giorno, si salutano gli amici o si parte con gli amici, si saluta la famiglia con un frettoloso “ciao” e via.. trolley alla mano e si va con la sola speranza che duri il più possibile. Ecco, io tutto questo non l’ho fatto. Io ho lasciato un lavoro col nodo alla gola, ho preparato uno zaino, ho “pinnato” le mete dei desideri, anche se a dir la verità a questo non ho dedicato molto tempo, ho salutato gli amici, la mia migliore amica in particolare che mi porto dietro in un bracciale, ho stretto in un abbraccio la mia famiglia…  e via, ho infilato un paio di scarpe ai piedi saltando per la prima volta in un treno direzione Milano, la città da dove tutto sarebbe iniziato. Il perché di questa riflessione (prometto, non voglio usare parole “difficili” o “riflessive” in questo post) non c’è. Penso che la facilità dello scrivere sia proprio nel farlo quando ti viene, quando senti di dover dire qualcosa, senza curarti del fatto che qualcuno approverà o no il tu pensiero.Arianna Grosso Backpacker Inutile dire che sì viaggiando s’impara, ma forse è utile dire che avventurandosi si conosce. Immaginatevi una torta: viaggiare è assaggiare la torta, avventurarsi è conoscerne gli ingredienti che la rendono così buona. Così come un nuovo paese che si raggiunge: viaggiare è visitarlo, avventurarsi è scoprire cosa lo rende speciale. Come? Vivendolo. Se ci pensate, infatti, ogni paese è unico. Non esiste paese uguale all’altro. Immaginatevi una pasticceria piena di dolci ognuno con un sapore diverso. Potete decidere di assaggiarne uno, se siete golosi potete assaggiarli tutti, ma potete anche scegliere di conoscere gli ingredienti di ognuno – può richiedere molto tempo certo – ma alla fine saprai quale soddisferà al meglio il tuo palato, quale farà per te! È questo per me lo scopo di quest’avventura: scoprire e conoscere il mondo per sapere poi in quale parte di esso mi sentirò a mio agio. Non è detto che perché sei nato in Scozia allora la Scozia è il tuo ambiente ideale, uno scozzese può amare il caldo, il surf e le onde esattamente come un indonesiano può amare la montagna, le vette innevate e lo sci 🙂 Conoscere ti apre la mente e ciò non significa affatto che ognuno può riempirti la testa con tutto ciò che vuole, ma ti porta ad avere una consapevolezza di te e del mondo in cui ti trovi, tale per cui non ti sentirai più tanto diverso e lontano dagli altri. Mi capita spesso, ed involontariamente, di ripetermi in testa “Arianna ma ti rendi conto che sei in questo paese, che stai parlando questa lingua, che stai conoscendo queste persone?”. Forse suona strano, ma vi assicuro che è davvero molto facile farsi sfuggire la consapevolezza di quello che stai vivendo. Ariann Grosso Digital NomadGirare per il mondo non è mai stata una possibile realtà per me, forse un sogno, sì un sogno… come quelli del tipo “Aaaah se avessi un castello incantato”. Ho lasciato di stucco molte persone quando ho comunicato la mia partenza, immagino che nessuno se l’aspettasse da me, io in primis 🙂 Non è semplice, non è facile, ogni giorno qualcosa di nuovo può accadere, mancano tante comodità che sei abituato ad avere.. e forse dal punto di vista di una ragazza è un pelino più difficile (ora i ragazzi mi odieranno 🙂 ) ma magari di questo ve ne parlerò in un altro post. Non posso dire che con quest’avventura arriverò ad avere un castello incantato, ma magari arriverò a dire di avere un mondo che mi ha lasciata d’incanto.